In seguito ad uno studio fatto dalle “Ancelle del Santuario, sono stati reperiti quattro registri in cui risulta trascritta la prima regola dell'Istituto.
Poiché vi sono lievi modifiche tra il 1°, il 2°, il 3° e il 4° registro, essi vengono citati nel modo che segue: MA (Manoscritto A), ritenuto la prima copia perchè vi si trovano le firme di Mons. Masnini e alcuni timbri; MB (Manoscritto B); MC (Manoscritto C); MD (Manoscritto D)...
La bozza delle prime regole presente nel MA, conservato con gli altri Manoscritti nell'archivio Generalizio delle "Ancelle del Santuario" (=AGAS), viene citata con la seguente segnatura: AGAS, Prime regole date alle Figlie che intendono far parte della novella Istituzione religiosa che viene denominata delle Ancelle del Santuario (dopo un anno di prova il giorno 8 settembre 1884), Belgioioso Pavia, 20 ottobre 1884.
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f. 1
Prime regole date alle Figlie che intendono far parte alla novella Istituzione religiosa che viene denominata delle Ancelle del Santuario (dopo un anno di prova il giorno 8 settembre 1884)
N. B. da leggersi ogni giorno per quaranta giorni prima della vestizione.
S. Ignazio lasciò scritto ai suoi figli: “quantunque la sovrana Sapienza e Bontà di Dio nostro Signore, che si è degnato di chiamarci a questa società accordi la grazia di adempiere la nostra vocazione, a che la legge interna della carità, che lo Spirito Santo suole nei suoi infondere a ciò contribuisca più che tutte le leggi esteriori; ciononostante esigendo la divina Provvidenza la cooperazione delle sue creature, abbiamo come è costume in tutte le comunità ben regolate, creduto necessario di prescrivere anche nella nostra certe regole che posano aiutarci a conseguire il fine che ci è prescritto.”
Designata e costrutta una città non è egli primo pensiero di fortificarla all'intorno con le salde mura, acciocché il nemico non la sorprenda, la saccheggi e distrugga?
Coltivata una vigna non si pensa tosto ad assieparla di spine? Così di un istituto. Appena esso sorge, ed ha l'essere suo compito, è mestieri munirlo di leggi che quasi guardiane ne
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f. 2
guardino ne salvino lo spirito.
Queste sono nozioni chiare per se. Ed ora, o figlie amatissime, parlando della nostra novella Congregazione, poiché dessa è in sul suo primo nascere e risentendo le prime peripezie proprie del suo nascimento, è fuori ad ogni dubbio che noi non possiamo, né dobbiamo per ora cingere ed assiepare questa nostra nascente congregazione di leggi, o costituzioni che vogliate chiamare, propriamente dette. Le quali, mentre devono essere il risultato di lunghe e prolisse orazioni dinanzi a Dio inspiratore di tutto che è ottimo, e di lunga esperienza nella pratica del vostro del vostro vivere regolare al possibile ed in comunanza mal gioverebbero al vostro aiuto ed incremento, metterebbero ostacolo al libero vostro esplicarsi. Maggiormente che il fine vero della nostra Congregazione, dello scopo e dei mezzi, non vi sia ancora o ben precisato, ovvero ben noto, ovvero ben determinato e la sua estensione – ciò dipendendo da mille ragioni di luogo, di persone, di bisogni in che la carità si atteggia e prende esse-
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f. 3
re, vita e forma di bene ordinata Istituzione.
Di che conseguita, o sorelle carissime, che per ora non lasciamo libero il passo in tutte le esplicazioni della nostra carità, devozione, e ferventi aspirazioni. E noi porremo ben mente dove e come il vostro spirito guidato da Dio, padrone dei cuori tende, e viva, e maggiormente si esplichi e più frequentemente a questo, ovvero a quello avviamento si porti si da precisarvi il fine del futuro vostro Istituto. Adunque noi intendiamo, nel segreto del cuore e nell'orazione, mentre voi operate, di venire osservando il vostro spirito, il vostro andamento e rilevare, con senno pratico, l'idea fondamentale che nasce dall'osservazione, della vostra prima vita in comune vissuta – e l'idea è quella che determina di poi con precisione il fine dell'Istituto. Non è mica che voi col vostro operare determiniate il fine, ma lavorando a cuore,
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f. 4
aperto dinanzi a Dio, movitore dei cuori lasciate che Egli liberamente produca in voi quelle che vuole e vi muova secondo il suo volere divino. Voi, o sorelle carissime, operando con piena e perfetta volontà, lasciate libero al vostro Dio di condurvi per quella via che ci vuole, dal canto vostro non opponendo opposizione veruna, così Dio vi manifesterà la sua volontà, se è cosa sua la vostra opera , cioè secondo il suo beneplacito.
Non v'ha dubbio che la feconderà colle sue celesti benedizioni. Onde per ora altro non si debba fare, al senno mio, che darvi alcune traccie di regole iniziali colle quali e mediante le quali voi possiate con tal ordine di vita regolare, liberamente, colla scorta di esse, operare in modo da venire a poco a poco appalesando agli occhi dell'attento Osservatore la tendenza della vostra vita operativa, lo sviluppo e così il fine, l'indirizzo della vostra novella congregazione su cui chiamo le più elette
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f. 5
benedizioni di Dio.
Ecco le norme che possono a mio senno per ora essere bastevoli allo scopo.
Essendo già preconizzato il Nome che assume la vostra Congregazione delle Ancelle del Santuario – e le figlie aggregate prenderanno nell'uso comune il nome di Ancelle ovvero Suore.
Il fine, o meglio scopo di questa Istituzione nel primo periodo del suo esplicamento pratico è di coadiuvare nelle opere del servizio al buon governo e andamento del Convitto Ecclesiastico cioè di regolare la cucina, la dispensa del convitto, le guardaroba, e tutto che si attiene alla parte culinaria ed assetto della biancheria, persona ed abiti dei convittori ed arredi di Chiesa ed i bisogni delle figlie stesse. Il che tutto si potrebbe nominare sotto un
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f. 6
sol nome, di Economato del collegio , e tutto il servizio prestare per amore di Dio di cui sono ancelle, e per questo riguarda appunto le ancelle ossia le Suore, a ciò s'impegnano perché sotto gli occhi loro tale impegno è nient'altro che l'opera della perfetta carità. Virtù soprannaturale, che tutto che è umano trasnatura e divinizza. E per questa carità operativa passano le suore ad essere religiose dedicate, come begli altri ordini con generi al servizio di Dio, nella carità dei prossimi.
Il quale servizio per la carità onde ha essere, vita e nome, passando dall'ordine naturale a quello soprannaturale tramuta le Figlie in Ancelle; le quali perciò fare hanno abbandonato case, parenti, beni, il mondo, in vere religiose che vivono in comune seguitandone le orme. Talmente che pigliano ai nostri occhi le sembianze di quelle anime elette che professano i consigli Evangelici. E così è. Desse non
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f. 7
potrebbero dedicarsi a tali opere di soprannaturale carità, dove non fossero spedite di tutto che sia umano e di usare i mezzi eccellenti della solitudine, della devozione, della meditazione, e della continua attenta preghiera e quelle innumerevoli pratiche ed esercizi di pietà, di mortificazione e penitenze salutari. Onde la povertà, la castità , l'obbedienza e la preghiera sono quelle somme virtù in cui s'incontra tutta la dottrina dei consigli Evangelici. Viene dunque di necessità che queste figlie dovranno professare la preghiera e pronunciare i voti monastici che a suo tempo faranno se Dio, il quale è ammirabile nelle sue opere, vie e vocazioni manderà la sua benedizione sopra di loro.
Le suore serberanno al possibile povertà ponendo tutto in comune. Conserveranno, come un giglio tra
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f. 8
le spine, il bel fiore della castità. Ultimamente seguiteranno obbedienza quanto sarà possibile nel principio di novella congregazione.
Ecco qui le norme, ovvero abbozzi di regole, che dovete, osservare diligentissimamente fino a tanto che l'esperienza e la pratica avranno a chi vi presiede data conoscenza per formare le regole che costituzioni si appellano. Queste norme sono come esperimento , il quale se Dio benedirà l'opera iniziata, si potranno completare cole modificazioni suggerite dal senno e dalla esperienza .
Dat. Belgiojosi (Papie) die Festo Puritatis B. M. Virginia = XXª Octobris 1884 . Can˜cus Masnini Sanctus Ioseph Moderator et Fund. indignus