Relazione del monumento

 



Nella relazione descrittiva della realizzazione del monumento funebre contenente le spoglie mortali di Mons. S. G. Masnini De Cornati, il progettista, Architetto Salvatore Scardigno, scrive quanto segue:


“La presente relazione esplica le logiche progettuali che hanno portato alla realizzazione del monumento funebre.
L’idea progettuale nasce dalla concezione del legame univoco tra la vita e la morte, la conduzione della vita di ognuno rappresenta la disposizione più interiore del proprio animo che, in qualche modo continua a persistere, anche dopo la morte in coloro che lo ricordano e ne rievocano le sue gesta insigni.
Fondamentale è stato scoprire, capire ed ispirarsi a questa vita e a tali opere, al fine di poter meglio rappresentare, seppure nella sua ultima dimora, l’animo del padre fondatore. […].
A tal proposito, si è giunti alla conclusione che la figura geometrica che realmente può meglio rappresentare i nobili ideali del Padre Fondatore e che racchiude in se molteplici significati, sempre tesi al divino ed all’aspetto più spirituale dell’animo umano. È il TRIANGOLO.
Il triangolo si collega alle varie simbologie del ternario, infatti esprime prevalentemente sia l’ideale della divinità. Simbolo di trinità, sia l’idea dell’ascesi dell’uomo verso la trascendenza divina, l’universale il macro-crosmo, sia archetipo di proiezione divina di potenze celesti verso l’umanità e la natura.
Ciascun triangolo corrisponde ad un elemento, quello equilatero, scelto nella realizzazione progettuale, rappresenta LA TERRA, la punta verso l’alto simboleggia L’UOMO ed il FUOCO (la fiamma di Dio che arde in eterno), così come simbolo di Salomone, raffigurante due triangoli inversi che significava la saggezza umana.
A questo proposito occorre considerare i rapporti tra triangolo dritto e triangolo capovolto, essendo il secondo il riflesso del primo e per estensione, LA NATURA DIVINA DI CRISTO e la sua natura umana.
Da sempre in fine, all’interno di un triangolo è raffigurato l’occhio di Dio che scruta dall’alto l’operato dell’umanità intera.
La sua struttura, che è in realtà a forma piramidale, è concepita in modo che la parte inferiore si collochi su di un basamento che ricorda l’altare delle celebrazioni eucaristiche.
In questo caso la figura, non più piana, ma tridimensionale, ha insiti i grandi significati che da sempre hanno accompagnato la storia dell’umanità, prime fra tutte, le piramidi egizie, costruzioni eccelse che rappresentano in assoluto, nell’immaginario collettivo l’idea della sepoltura. In ultima analisi attraverso le ricerche storiche che hanno portato al compimento dell’opera, va menzionato il monumento funebre realizzato dal grande scultore italiano, Antonio Canova per la principessa Maria Cristina D’Austria (1798-1805), conservato all’interno della chiesa degli Agostiniani anella città di Vienna.
Credo fermamente che l’opera funebre, l’ultima domus, realizzata per il Padre Fondatore all’interno della casa madre rappresenti al meglio e nella giusta maniera il pregio e lo spessore di un uomo con grandi ideali come Mons. Santo Masnini De Cornati.
Ai posteri l’ardua sentenza
Terlizzi, 04 Dicembre 2008
dr. arch. Salvatore SCARDIGNO”.

 

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